Stomia e sessualità: l'esperienza di Manuela, ileostomizzata
Parlare di sessualità è sempre difficile: sono molti i tabù legati alla sfera intima e, quando si parla di stomia, possono addirittura aumentare. Questo, probabilmente, perché dati alla mano, l’età media delle persone che affrontano l’intervento è più o meno cinquant’anni e si tende erroneamente a dare per scontato che la sessualità non abbia più un’importanza così rilevante.
Va detto che l’argomento è molto delicato e che spesso noi donne tendiamo a farci problemi sul nostro aspetto fisico; a mio avviso, la chiave per ritrovare una vita di coppia appagante, è avere la consapevolezza che se non stiamo bene noi con il nostro corpo, difficilmente riusciremo a far sentire a suo agio anche il nostro partner. La mia filosofia di vita, indipendentemente dalla stomia, è imparare ad accettare sé stessi. Soprattutto in ambito sessualità, se non abbiamo consapevolezza di questo, rischiamo di trasferire le nostre insicurezze a chi ci accompagna.
Io sono stata stomizzata quando avevo 29 anni, e nessuno mi aveva detto che la mia vita sessuale non avrebbe subito ripercussioni. Ero giovanissima, imparavo a conoscere e scoprire la mia sessualità proprio allora. Sono stata fortunata, perché quando ho dovuto affrontare l’intervento, avevo già un partner, che poi è diventato mio marito. Lui mi è stato accanto sin dall’inizio, sapeva quanto fossi stata male e mi ha sempre supportato. Certamente, questo ha aiutato la mia vita sessuale, ma capisco bene che non tutte le persone hanno la fortuna di poter contare su un compagno o una compagna sin dall’intervento.
Conoscere una persona con la quale iniziare una relazione quando già si è stomizzati, non è semplice; bisogna avere la fortuna di trovare sulla propria strada una persona che ispiri fiducia e con la quale valga la pena riscoprire la sessualità. Nel corso di questi anni mi sono confrontata con tante altre persone stomizzate e devo dire che, soprattutto le donne, per paura di non essere capite, si precludono la possibilità di una vita sessuale appagante.
Anche in questo caso, sono convinta, però, che molto dipenda dal modo in cui ci poniamo: penso sempre che quando una persona si apre ad una conoscenza, deve farlo senza mettere avanti il dolore e la disperazione che hanno portato all’intervento, per non scoraggiare o spaventare chi si ha davanti. Dobbiamo evitare che le persone ci possano compatire. Il messaggio che dobbiamo far passare è che la stomia ci ha salvato la vita e il dover indossare una sacca non deve precluderci nessun aspetto della vita.
Una ritrovata sensualità
Il sesso fa parte della vita, non dobbiamo privarcene per paura o vergogna. Io personalmente, dopo l’intervento, ho riscoperto la sessualità e il corpo insieme al mio partner. L’intesa è fondamentale e siamo noi a crearla: aiutare la persona a sentirsi a suo agio, svestirsi insieme, prendersi del tempo per i preliminari, che aiutano ad aumentare il desiderio e a rompere il ghiaccio. Io sono una persona empatica e questo mi ha aiutato anche a mettermi nei panni dell’altro, capire che come all’inizio potessi provare imbarazzo io, altrettanto poteva essere per il mio partner.
Non nego che la mia problematica all’inizio fosse la paura di spogliarsi con una sacca. Le prime volte mi ha aiutato utilizzare una fascia in pizzo per coprire la sacca. Nel riscoprire l’intesa con mio mario (siamo sposati da 8 anni!) ho iniziato anche a sperimentare nuove soluzioni: anche un semplice reggicalze può contribuire a sentirsi sensuali e più sicure. Io ho scoperto anche della lingerie che, senza scivolare nel volgare, mi fa sentire più bella agli occhi di mio marito: slip alti o body in pizzo che possono essere indossati durante l’atto, mi hanno fatto sentire a mio agio.
Suggerimenti pratici
Se il timore deriva da eventuali rumori o odori, io suggerisco di cambiare la sacca prima del rapporto e mangiare leggeri, in modo che si riempia il più tardi possibile. Io, con la stomia, sono anche diventata mamma. Sono dovuta ricorrere alla fecondazione assistita, non a causa della stomia, ma per via di complicanze nel post-operatorio.
Voglio sfatare così un tabù: non è vero che non si può avere una gravidanza con la stomia; la mia è stata molto serena. Ho dovuto partorire d’urgenza dopo 7 e mesi e mezzo a causa di un’occlusione intestinale, ma è stata una mia mancanza. Avrei dovuto seguire una dieta degradabile: un’alimentazione completa in cui, però, a partire dai sei mesi, tutti gli alimenti fossero passati e frullati, evitando quelli con i semi.
I miei figli, sono gemelli, adesso hanno 5 anni. Iniziano a farmi domande sulla sacca, sono curiosi: ho deciso di essere sincera e spiegargli cos’è la stomia. Quando l’hanno vista, l’hanno percepita come una ferita, mi hanno chiesto se mi facesse male e quando l’avrei tolta. Ho spiegato loro che la stomia mi ha permesso, al contrario, di non stare più male e che la sacca la porterò per sempre: non voglio che ci siano tabù.
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